sabato 20 aprile 2013

Attenzione al Capitale Circolante!

Spesso si tende a pensare che l’unico tipo d’investimento aziendale sia l’acquisto di un bene durevole. Vi sono altre forme d’investimento: la ricerca e sviluppo, la messa a punto di strumenti di gestione e/o di controllo della qualità, la formazione delle maestranze, ecc.: sono tutti investimenti che trovano riscontro nei dati contabili nelle immobilizzazioni immateriali (così chiamate per distinguerle da quelle “materiali” relative ai beni “tangibili”). V’è, però, un’altra forma d’investimento che, in un certo senso, risulta più “subdola” perché spesso si attua senza la consapevolezza che invece accompagna le altre forme di investimento: il Capitale Circolante Netto (CCN). Il CCN è dato dalla somma Rimanenze + Crediti Commerciali (sostanzialmente vs i Clienti) – Debiti Commerciali (sostanzialmente vs i fornitori). L’aumento delle scorte o dei crediti vs i clienti (anche se causati dagli insoluti) e la riduzione dei debiti vs i fornitori portano all’aumento del CCN che, come ogni forma d’investimento, drena liquidità all’azienda. Il Rendiconto Finanziario, obbligatorio per gli IAS ma non dal D. Lgs. 6 del 27/01/2003 che recepisce la IV Direttiva CEE, evidenzia i flussi finanziari.

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