lunedì 12 novembre 2012

Posso usare il costo standard per effettuare l'analisi Make or Buy?

Con “Make or Buy” s’intende la valutazione fra la scelta di produrre all’interno della propria azienda (Make) e la scelta di acquistare dal mercato (Buy) un determinato bene o servizio.  La valutazione economica del Make or Buy deve essere fatta confrontando il costo incrementale che le due scelte comportano; il costo Buy è l’importo scritto sulla fattura del fornitore più gli eventuali oneri accessori (trasporti, dogana, ecc.). Il costo Make è determinato dalla somma del costo delle materie prime, dei materiali di consumo e dell’energia impiegata a cui va aggiunto:
  • il costo della mano d’opera: se è pagata a cottimo è pari al costo delle ore impiegate, altrimenti al costo delle eventuali ore di lavoro straordinarie (e ordinarie di nuove risorse).
  • il costo pro quota di gestione degli impianti utilizzati (ammortamenti, canoni di leasing e manutenzioni) solo nel caso che il Make alteri in modo rilevante il carico di lavoro e/o la sua organizzazione.
I costi standard includono sempre i costi diretti (materie prime, materiali di consumo, energia impiegata, ore di lavoro impiegate) ed i costi di gestione degli impianti utilizzati e a volte anche una quota dei costi fissi (gli overhead nel full costing). È quindi corretto usare i costi standard per la valutazione Make or Buy solo se l’azienda non utilizza il full costing e se la scelta altera in modo rilevante il carico di lavoro e/o la sua organizzazione.

venerdì 2 novembre 2012

Cos'è e a cosa serve il Controllo di Gestione

È estremamente difficile definire cosa sia il Controllo di Gestione in modo conciso senza rifarsi a concetti quali Strategia, Alta Direzione e Organizzazione, tanto è articolato e passibile di varianti; si prenda, ad esempio, quanto riportato nella Norma UNI EN ISO 9000:2000:

“Per guidare e far funzionare con successo una organizzazione è necessario dirigerla e tenerla sotto controllo in maniera sistematica e trasparente. Il successo può derivare dall’attuazione e dall’aggior-namento di un sistema di gestione progettato per migliorare con continuità le prestazioni tenendo conto delle esigenze di tutte le parti interessate. La gestione di un’organizzazione comprende - tra le altre discipline di gestione - la gestione per la qualità.”

Il fatto che il brano riportato compaia  nella prima pagina[1] della norma e che la norma raccolga i fondamenti e riporti la definizione dei termini su cui si basano tutte le norme della famiglia 9000 dovrebbe assicurare a tale brano un’applicabilità universale.

Le tre sigle (UNI, EN ed ISO) rappresentano altrettanti enti di standardizzazione nazionali ed internazionali e nell’ultima revisione della norma, quella del 2005, il brano è stato modificato sostituendo i due ‘-‘ con delle virgole e messo l’apostrofo a una organizzazione che è diventata un’organizzazione;  in altre parole: l’hanno letto in tanti e dopo cinque anni l’hanno lasciato di fatto invariato.

Il brano che, per quanto sopra esposto, dovrebbe essere chiaro e di immediata comprensione risulta invece vago e criptico per l’uso reiterato di alcuni termini:

“Per guidare e far funzionare con successo una organizzazione è necessario dirigerla e tenerla sotto controllo in maniera sistematica e trasparente. Il successo può derivare dall’attuazione e dall’aggior-namento di un sistema di gestione progettato per migliorare con continuità le prestazioni tenendo conto delle esigenze di tutte le parti interessate. La gestione di un’organizzazione comprende - tra le altre discipline di gestione - la gestione per la qualità.”

Le parole organizzazione, gestione, sistema, controllo prese singolarmente evocano dei concetti chiari e di uso comune, ma quando sono “messi assieme” la cosa si complica. Per questo propendo per un approccio diverso e più “immediato”.

Gestire al meglio un’azienda significa porsi, di continuo, le seguenti tre domande:

  1. Dove siamo? Ovvero in quali situazione ci troviamo, quali sono i risultati che abbiamo conseguito ad oggi?
  2. Dove vogliamo andare? Ovvero quali risultati/obiettivi vogliamo conseguire?
  3. Cosa dobbiamo fare per arrivarci? Ovvero quali azioni dobbiamo intraprendere per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati?
Il ciclo composto dalle tre domande rappresenta la perenne necessità di verificare l’effetto delle azioni fatte e di verificarne l’efficacia “confrontandole” con gli obiettivi che si vuole raggiungere.

Il Controllo di Gestione è quel “qualcosa” che ci consente di mettere in pratica questo schema e, quindi, può essere così definito:

Un insieme di strumenti e procedure che consente di stabilire il dove siamo e dare utili indicazioni sul cosa dobbiamo fare per arrivare là dove vogliamo andare.

Volendo fare un’analogia con un oggetto ormai entrato nella vita di tutti i giorni, il Controllo di Gestione è il Navigatore aziendale:
  1. in ogni istante ci dice dove siamo e da che parte dobbiamo girare man mano che procediamo nel traggitto, ma per farlo è stato necessario,
  2. che qualcuno (gli organi decisionali) stabilisse la meta (obiettivo) del viaggio ovvero definisse la Strategia Aziendale,
  3. che qualcun altro (gli organi esecutivi), in base alle indicazioni del navigatore, decida e metta in pratica le sigole azioni (guidi la macchina) ovvero i Manager che operano per raggiungere i singoli risultati (tappe intermedie del viaggio).
Il navigatore funziona facendo “il punto” in base ai satelliti GPS ovvero eseguendo dei calcoli “trigonometrici” fra i satelliti e la vettura e ne visualizza l’esito in forma grafica; il Controllo di Gestione “funziona” raccogliendo i dati contabili ed i dati di produzione e li elabora sintetizzandoli negli indicatori che il Manager prefererisce e che meglio si adattanno all’azienda ed al mercato in cui opera. È per questo motivo che due aziende diverse avranno due sistemi di Controllo di Gestione diversi anche se entrambi (tutti) i sistemi condivideranno i principi contabili ed economici e forniranno alcuni dati di utilità universale (per esempio il fatturato ed il reddito ante imposte).

Il compito di un esperto di Controllo di Gestione è capire le esigenze del Manager, comprendere le caratteristiche dell’azienda e realizzare un sistema di raccolta dati definendo strumenti (il come) e procedure (chi e quando) affinchè il sistema fornisca dati attendibili e tempestivi minimizzando i costi e l’impatto sull’organizzazione. Dovrà infine preoccuparsi che il Manager conosca  la genesi dei numeri (come sono stati calcolati), acquisisca esperienza sulla loro interpretazione ed impari ad usare i dati forniti dal sistema.

Un'ultima considerazione: le aziende nel tempo cambiano, è quindi necessario che i sistemi di Controllo di Gestione usati dai loro Manager si adattino/evolgano di pari passo.


[1] Se si escludono la copertina, l’indice e la premessa