Spesso s’indica Esiodo, un poeta greco che visse tra
l’VIII ed il VII sec a.c., come il primo scrittore di temi economici. Esiodo
scrisse due importanti opere: “Teogonia” e “Le opere ed i giorni”.
Nella prima opera descrive la nascita degli dei e la successione delle cinque razze della terra: aurea (età dell’oro), argentea, bronzea, degli eroi, dei mortali (o età del ferro, quella attuale per Esiodo).
Nella seconda opera, scritta a seguito della lite con il fratello per la divisione dell’eredità lasciata dal padre (che, secondo Esiodo, lasciò l’Asia minore a causa della sua estrema povertà), fa delle considerazioni in merito al “problema della scarsità”. Nell’Età dell’oro gli uomini sia pur mortali vivevano come dei (a lungo, senza affanni e in condizioni di abbondanza), nell’Età del ferro il lavoro è l’unico mezzo per ottenere qualcosa dalla vita, l’unica possibilità di raggiungere la felicità.
Fra le divinità greche Esiodo distingue due Eris (la dea della discordia, quella che diede a Paride il famoso pomo della discordia): quella “cattiva”, che induce gli uomini ad arricchirsi con la truffa, l’inganno e la violenza, e quella “buona”, che induce gli uomini alla competizione leale (la concorrenza negli affari).
In “Le opere ed i giorni” si trova l’aforisma: “Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto”.
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