sabato 3 agosto 2013

L'economia: una scienza che ha quasi 3000 anni

Spesso s’indica Esiodo, un poeta greco che visse tra l’VIII ed il VII sec a.c., come il primo scrittore di temi economici. Esiodo scrisse due importanti opere: “Teogonia” e “Le opere ed i giorni”.

Nella prima opera descrive la nascita degli dei e la successione delle cinque razze della terra: aurea (età dell’oro), argentea, bronzea, degli eroi, dei mortali (o età del ferro, quella attuale per Esiodo).

Nella seconda opera, scritta a seguito della lite con il fratello per la divisione dell’eredità lasciata dal padre (che, secondo Esiodo, lasciò l’Asia minore a causa della sua estrema povertà), fa delle considerazioni in merito al “problema della scarsità”. Nell’Età dell’oro gli uomini sia pur mortali vivevano come dei (a lungo, senza affanni e in condizioni di abbondanza), nell’Età del ferro il lavoro è l’unico mezzo per ottenere qualcosa dalla vita, l’unica possibilità di raggiungere la felicità.

Fra le divinità greche Esiodo distingue due Eris (la dea della discordia, quella che diede a Paride il famoso pomo della discordia): quella “cattiva”, che induce gli uomini ad arricchirsi con la truffa, l’inganno e la violenza, e quella “buona”, che induce gli uomini alla competizione leale (la concorrenza negli affari).

In “Le opere ed i giorni” si trova l’aforisma: “Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto”.

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