La macroeconomia studia le relazioni
fra gruppi omogenei di “attori economici” e, in particolare, ne individua
quattro:
- le imprese: che producono ogni sorta di bene e servizio.
- le famiglie: che acquistano i beni e i servizi con il reddito derivato dal lavoro prestato nelle imprese.
- le banche: che gestiscono il risparmio delle famiglie e finanziano gl investimenti dfelle imprese.
- lo stato: che eroga i servizi di pubblica utilità a fronte delle incassate tasse e realizza opere di pubblica utilità attraverso la spesa pubblica.
La microeconomia, invece, studia ciò
che avviene fra un operatore economico e “tutti gli altri”.
Dal punto di vista cronologico è “nata
prima” la macroeconomia come ambito di studio della fiolosofia: fra i primi
scrittori “economici” si citano il poeta Esiodo del VIII sec. a.C., San Tommaso
d’ Acquino (1225-1274), lo stesso Adam Smith (1723-1790) era un filosofo.
In seguito l'economia è diventata una
materia “matematica” ed i modelli sono diventati via via più complicati a
seguito della necessità di rappresentare la complessità dei rapporti fra i
singoli attori economici e la numerosità delle variabili da prendere in
considerazione.
La microeconomia è nata come
“conseguenza” della prima rivoluzione industriale (1760-1830): solo con
l’introduzione dei grandi impianti industriali l’offerta di beni ha superato la
domanda locale degli stessi e, quindi, s’è posto la necessità di trovare un
mercato ai beni prodotti con tanta inusitata efficienza.
In sintesi: la macroeconomia è
l’economia che guida le scelte di politica economica mentre la microeconomia è
quella che guida le scelte del singolo imprenditore.
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